Buongiorno, 40 giorni fa, a causa di un incidente di sci, ho riportato la frattura amielica della vertebra L1 classificata come A1. Da allora utilizzo il busto c35 ogni volta che non sono a letto. Il dolore è stato sopportabile per la prima settimana poi è andato scemando fino a scomparire. Per questo motivo, mi sono alzata (col busto ) fin dal 3° giorno dall’incidente solo per andare in bagno. La rx di controllo ad un mese parlava di deformazione della parte superiore dandomi la speranza che non si trattasse di frattura. L’ortopedico invece ritiene che, qualunque sia il termine utilizzato, la frattura c’è e mi ha prescritto un altro mese di busto ( per un totale di 70giorni). La mia domanda è la seguente: - l’ortopedico ritiene che io possa semplicemente fare al meno del busto al termine del periodo prescritto senza “ svezzamento “. È corretto o potrei passare ad un busto meno invasivo tipo L**** di ****? - nonostante, a distanza di oltre 40 giorni, il medico mi abbia detto che posso fare la doccia, io anche leggendo la sua pagina, sono terrorizzata ed ancora mi lavo a letto con bacinella e spugna. Posso osare di più ? La ringrazio se potrà rispondermi perché l’incidente mi ha lasciato più conseguenze psicologiche che fisiche...
Il trattamento standard è quello descritto qui. Poi è ovvio che possono esserci varî elementi che possono modificare il percorso terapeutico. In genere è prevedibile uno svezzamento dal busto perché l'uso protratto del busto può indebolire i muscoli della schiena, la cui funzione è sostituita dal busto stesso, per cui a poco a poco, man mano che si toglie gradualmente il busto, la fisioterapia contribuisce a rafforzare di nuovo il tono muscolare. Considerando che in genere il busto si porta per tre mesi, è evidente che si può verificare un notevole aumento dei rischi. Sulla doccia a 70 gg non sarei spavaldo: può stare in piedi sotto la doccia mentre un familiare la lava ma lei deve assolutamentela evitare movimenti inopportun7