29/10/2009
Frattura da fragilità
La gestione del paziente anziano con frattura da fragilita'
F.M.Ulivieri
Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena
Università degli Studi di Milano
U.O. Medicina Nucleare - Centro per la Diagnosi e la Terapia dell'Osteoporosi.
Università degli Studi di Milano
U.O. Medicina Nucleare - Centro per la Diagnosi e la Terapia dell'Osteoporosi.
(da http://www.teamsalute.it/default.aspx?idPage=12121&autologin=true )
La frattura di femore, specie nella popolazione molto anziana, è evento frequente e causa di mortalità, disabilità e ricovero in residenze protette a lungo degenza.
Il 30% circa dei pazienti molto anziani con frattura di femore decede entro il primo anno dall'evento traumatico; una disabilità permanente è presente in oltre l'80% dei casi e solo pochi pazienti riacquistano un'autonomia sovrapponibile a quella precedente la frattura.
La frattura di femore è, poi, il rischio più grave di ri-frattura, stimato in circa il 30% in due anni.
Il 30% circa dei pazienti molto anziani con frattura di femore decede entro il primo anno dall'evento traumatico; una disabilità permanente è presente in oltre l'80% dei casi e solo pochi pazienti riacquistano un'autonomia sovrapponibile a quella precedente la frattura.
La frattura di femore è, poi, il rischio più grave di ri-frattura, stimato in circa il 30% in due anni.
Il paziente molto anziano è, spesso, un malato con polipatologie e politerapie. Il 30% di costoro deve assumere più di 10 farmaci pro die e solo il 50% è aderente a tutte le terapie prescritte.
Ma anche la frequente presenza, nell'età molto avanzata, di disturbi cognitivi non favorisce l'aderenza alle terapie.
Ma anche la frequente presenza, nell'età molto avanzata, di disturbi cognitivi non favorisce l'aderenza alle terapie.
La mancata aderenza ai trattamenti con bisfosfonati è inversamente ed esponenzialmente correlata a una perdita di efficacia antifratturativa. Numerosi studi clinici sottolineano l'importanza di un'adeguata aderenza alle terapie antifratturative per garantirne l'efficacia: nei pazienti con un grado di utilizzo della terapia dell' 80% vi è una probabilità significativa di una minor efficacia antifratturativa.
Anche un'adeguata aderenza alla supplementazione di calcio e vitamina D è determinante nel garantire l'efficacia antifratturativa delle terapie. La carenza di calcio e vitamina D causa un bilancio metabolico negativo con conseguente ridotta efficacia della terapia con bisfosfonati, la cui capacità di incremento della massa ossea risulta significativamente ridotta.
Emerge, quindi, l'importanza di una corretta gestione del paziente molto anziano con frattura da fragilità che consideri scelte farmacologiche compatibili con una politerapia, sia per evitare interazioni farmacologiche, sia per migliorare l'aderenza del paziente a quanto prescritto.
In questi pazienti è opportuno, ad esempio, considerare formulazioni refratte dei bisfosfonati, onde ridurre la frequenza di somministrazione del farmaco e favorire, quindi, l'aderenza alla terapia.
La somministrazione di vitamina D è opportuna, ad esempio, in bolo, alla posologia di 600.000 UI, semel in anno prima della stagione invernale o alla dimissione dai reparti di ortopedia. Indispensabile è anche l'incremento dell'assunzione di cibi ad alto contenuto di calcio o la prescrizione farmacologica di sali di calcio a posologia di almeno un grammo pro die.
La somministrazione di vitamina D è opportuna, ad esempio, in bolo, alla posologia di 600.000 UI, semel in anno prima della stagione invernale o alla dimissione dai reparti di ortopedia. Indispensabile è anche l'incremento dell'assunzione di cibi ad alto contenuto di calcio o la prescrizione farmacologica di sali di calcio a posologia di almeno un grammo pro die.
In tale contesto la figura del medico curante assume un'importanza cruciale; le frequenti visite che egli fa al proprio assistito consentono un efficace controllo dell'aderenza alle terapie e una pronta modifica del protocollo di trattamento al primo insorgere di effetti collaterali o di qualsiasi altro impedimento alla costante assunzione dei farmaci per la prevenzione delle frattura da fragilità e della ri-frattura.
Bibliografia
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Osteoporo Int 15:87-94, 2004Colon-Emeric C et al.
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Bischoff-Ferrari HA et al.
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Arch Int Med. 169: 551-561, 2009Convegno:
La Gestione del Paziente Anziano Osteoporotico con Fratture: Problematiche Cliniche e Medico Legali.
Milano, 30 gennaio 2010, Palazzo delle Stelline. Keyword2@mdsnet.it